L’indipendenza
Il bambino fin da subito aspira all’indipendenza. Egli vive il suo primo atto di indipendenza alla nascita, ne sussegue lo svezzamento, il camminare e il linguaggio. Da ciò ben comprendiamo come lo sviluppo avvenga in maniera naturale sia a livello fisico che psichico. Questi sviluppi si verificano simultaneamente, ad esempio: se le ossa dello scheletro non si sono ben sviluppate il bambino di certo non potrà iniziare a camminare!|
L’adulto, quindi, non deve impedire o ostacolare questo sviluppo spontaneo, ma aiutare il bambino nella conquista dell’indipendenza.
“Aiutarli ad imparare a camminare senza aiuto, a correre, a salire e scendere le scale, a rialzare oggetti caduti, a vestirsi e a spogliarsi, a lavarsi, a parlare per esprimere chiaramente i propri bisogni, a cercare con tentativi di giungere al soddisfacimento dei [propri] desideri- ecco l’educazione all’indipendenza.”
Infatti, essere indipendenti significa “essere libero da legami”. L’ambiente è fondamentale nella conquista dell’indipendenza: deve stimolare il bambino, garantirgli una libertà fondata sul rispetto di regole.
Spesso però l’adulto soffoca l’azione spontanea del bambino e ciò provoca quello che Maria Montessori chiama “degenerazione”. Un bambino degenerato desidera lavorare poco, dormire di più, cerca l’aiuto continuo degli altri, vuole essere continuamente trasportato in braccio o in passeggino, non ama l’ambiente che lo circonda.
La “cura” per questa inerzia è un ambiente attraente e preparato “su misura del bambino”, che presenti delle attività stimolanti e piacevoli.
La Montessori sostiene: “non abbiamo ancora compreso nel suo vero senso l’alto concetto dell’indipendenza poiché le condizioni sociali in cui viviamo sono ancora servili.” Chi è servito è dipendente, non il contrario poiché:
“il signore che ha bisogno di chiamare il servitore è un dipendente della […] propria inferiorità.”
Bisogna capire che il bambino non è un essere impotente, l’adulto non ha l’autorità di sostituirsi a lui.
“L’uomo che fa da sé [concentra] le […] forze sulle proprie azioni, conquista sé stesso, moltiplica il suo potere e si perfeziona. Bisogna fare delle generazioni future uomini potenti, cioè indipendenti e liberi.”
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