Il “capriccio“: “deformazione dello spirito” o azione illogica?

“I capricci sono espressioni di una perturbazione interna, di un bisogno insoddisfatto che crea uno stato di tensione e rappresentano un tentativo dell’anima di chiedere, di difendersi”.

Quando la crescenza viene ostacolata avviene una “deformazione”, ossia ciò che comunemente viene chiamato “capriccio”.

Per cui la reazione del bambino è violenta e dolorosa: broncio, urla, pianti ed altre manifestazioni fisiche sono proprie di quest’atto. Maria Montessori spiega come alcuni capricci possono aggravarsi nel tempo, mentre altri sono passeggeri.

“I primi capricci del bambino sono le prime malattie dell’anima.”

Quest’ultimi, anche se si manifestano per un breve periodo provocano come conseguenza

un imperfetto sviluppo che è irreparabile”.

I capricci quindi vanno compresi, bisogna ricercarne la causa. I periodi sensitivi possono considerarsi un aiuto per comprenderli. L’adulto non si rende conto di quanto avviene, ciò che egli vede sono solo dei comportamenti violenti e un bambino che da uno stato di calma passa ad agitarsi.

È così che il genitore pensa (male) di applicare dei divieti e/o, ancorché peggio di sostituirsi a lui.

Le conseguenze di questi comportamenti sono diverse:

  • devianze: il bambino presenta un comportamento oppositivo, prepotente, provocatorio, possessivo, lagnoso…;
  • fughe: il bambino si rifugia nel gioco, nell’immaginazione, nella fantasia;
  • conseguenze lontane. Con il passare del tempo si possono manifestare comportamenti quali: passività, impotenza, poca autostima e fiducia in sé stessi, difficoltà nelle relazioni sociali, mancanza di volontà, demotivazione, senso di inferiorità…
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Un commento

  1. Complimenti per questo interessante servizio … seguirò con piacere tutte le pubblicazioni..un bacio..

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