L’alimentazione: dall’allattamento alla prima “pappa”
Alla nascita il bambino, istintivamente, inizia a bere il latte dal seno materno. Egli impara fin da subito a riconoscere l’odore della mamma (per approfondire: l’educazione dei sensi clicca qui) ed è per questo motivo che è preferibile che la mamma non indossi profumi o creme con odori troppo forti, soprattutto nei primi mesi dopo la nascita.
L’allattamento è qualcosa di naturale, è un momento “intimo” e delicato che rafforza il rapporto madre-figlio. Inoltre è bene sottolineare che il latte materno presenta molti benefici nutrizionali!
Purtroppo, però i dati parlano chiaro: 4 donne su 10 preferiscono rinunciare all’allattamento al seno, privilegiando quello artificiale.
La cosa peggiore è che la motivazione di questa scelta non sono “i tempi” storici, piuttosto il livello di istruzione. Sicuramente anche la società è cambiata, così come il ruolo della donna e la “sanità”, che troppo spesso, scoraggia le mamme invece di incentivarle all’allattamento.
Ci tengo a dire che i bisogni del bambino, però, sono rimasti uguali…
Non voglio né giudicare, né condannare le mamme che decidono di allattare artificialmente, nonostante ci sia la disponibilità del latte materno; vorrei però ricordare l’importanza dell’allattamento.
Superata la fase dell’allattamento, intorno ai 5 mesi, inzia per il bambino una nuova fase alimentare:
Lo “svezzamento”!
Dai 5 mesi, il bambino, è pronto a livello fisiologico, ad assaggiare i primi “cibi”. È bene che in questa fase i genitori siano pronti ad affrontare il primo “pranzo”, detto comunemente “pappa”, in armonia e serenità.
Molti genitori, ma anche educatori, si chiedono:
Come creare un ambiente “armonioso” per la prima “pappa”?
Se il bambino non riesce a stare seduto, la mamma o l’educatore, può tenerlo sulle gambe, poggiando la testa sul proprio petto .
Nel caso contrario, è bene mettere seduto il bambino al tavolo.
Come preparare il tavolo?
Bisogna apparecchiare il tavolo con utensili reali!
Vediamo insieme quali sono gli elementi che non possono mancare a tavola:
- una tovaglia;
- un piattino di ceramica;
- un bicchiere di vetro;
- un tovagliolo;
- un cucchiaio di metallo;
Ricorda!
Per garantire l’autonomia e la sperimentazione del cibo, il bambino DEVE sporcarsi (non può fare altrimenti se pensiamo che deve ancora sviluppare il movimento grosso-motorio!).
Per cui è consigliabile l’utilizzo di un grembiule cerato o un bavaglio.
Molti genitori ed educatori si chiedono:
-“Perché utilizzare il piatto di ceramica? Se cade si può rompere! Il bambino si taglierà ed è pericoloso!!!”.
In realtà la risposta risiede nella domanda stessa! 😊
Secondo il Metodo Montessori, tutto ciò che utilizza il bambino deve essere reale per incentivare il controllo dell’errore.
Sicuramente, molti di voi hanno già sentito parlare di questo concetto (insito in ogni materiale Montessori). Ciò significa che il bambino si auto-corregge e si autocontrolla in maniera del tutto autonoma!
Facciamo un po’ di esempi pratici…
- Un bambino, abituato ad utilizzare il piattino di plastica, non esiterà a far cadere il piatto a terra e di conseguenza non cercherà di gestire i propri movimenti perché il piatto, pur cadendo, non si romperà!
- Un bambino, invece, abituato al piatto di ceramica, saprà fin da subito che, cadendo quel piatto si può rompere. Per questo, farà attenzione sia ai movimenti e, quando inizierà a camminare, a trasportare correttamente gli utensili (come il bicchiere!). Da qui, indirettamente, inizierà a nascere l’istinto alla cura dell’ambiente circostante.
Ritornando alla “pappa”…. una volta pronta,
Quale comportamento l’adulto deve adottare con il bambino?
L’adulto dovrà enfatizzare questo momento!
Per cui avviciniamo il piatto al bambino, parliamogli (spiegando che oggi assaggerà un nuovo alimento) e facciamo vedere quello che è presente nel piatto. Prendiamo il cucchiaio, con lentezza e attenzione, avviciniamo il cibo alla bocca del bambino, facendogli sperimentare e gustare il cibo. Cerchiamo sempre di mantenere il contatto oculare.
N.B. Rispetta i suoi tempi!
Cosa non fare?
- Bloccare le mani;
- Ingozzarlo;
- Perdere la pazienza!
Il bambino, fin da subito, vuole sperimentare il cibo in maniera autonoma e, naturalmente, con le manine 😊 Non blocchiamolo!
Montessori considerava le mani:
“organo di prensione dell’intelligenza”.
Il bambino, soprattutto nella prima fase di sviluppo, sperimenta il mondo circostante con le mani (per questo sente il bisogno di toccare tutto!). Per sviluppare l’autonomia e far accrescere l’autostima del bambino c’è bisogno che l’adulto faccia l’immane sforzo di lasciare libero il bambino di esplorare e toccare con mano tutto ciò che egli desidera!
Tutto questo permetterà lui non solo di rapportarsi al cibo in maniera naturale, ma anche di sviluppare un rapporto sano e sereno con gli alimenti.
Con la crescita il gusto del bambino si affina, il bimbo apprezza cibi più conditi e gustosi e diventa curioso di assaggiare nuovi alimenti, soprattutto quelli che vede nel piatto di mamma e papà! 😊
Ecco arrivare, cari mamma e papà, lo step successivo (che molti di voi temono):
I cibi solidi! Ma quando introdurli?
Ne parleremo nel prossimo articolo…. 😊
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