Perché nel Metodo Montessori si parla di “lavoro” e non di gioco?

In un ambiente Montessori è raro sentir parlare di giochi. La parola utilizzata più di frequente è “lavoro”!

Perché?

Secondo Maria Montessori, ogni minuto che il bambino “vive” è prezioso! Negli articoli precedenti, ho già parlato di ambiente e del ruolo dell’adulto, focalizzando l’attenzione soprattutto su ciò che circonda il bambino. La sua “mente assorbente” infatti, “assorbe” indirettamente ogni cosa che lo circonda, per questo è fondamentale preparare un ambiente adatto al suo sviluppo e al “periodo sensitivo” che egli vive in quel dato momento.

Proprio perché ogni minuto è prezioso, è bene che il bambino si occupi di qualcosa di interessante per la sua crescita ed il suo sviluppo.

E allora: “Cosa c’è di più bello, di un ambiente preparato, con cura, amore, un ambiente “su misura”, ricco di interesse e di stimoli?”

Passo immediatamente all’esempio pratico.

Ipotizzo di avere un bambino che ama la geografia, ancor di più il sistema solare quindi: pianeti, galassie, stelle, meteoriti…

Preparando un angolo dedicato a questo, non solo indurrei il bambino a “lavorare” con i materiali dedicati, ma il bambino, interessato all’argomento e nel pieno sviluppo del periodo sensitivo del linguaggio, imparerebbe i nomi e le posizioni dei pianeti, la struttura di una galassia, le stagioni…

A pensarci quest’idea sembrebbe così scontata, invece è un’idea rivoluzionaria pensata da M. Montessori nel ‘900.

A riguardo, mi rattrista molto vedere bambini di 3-6 anni, cui unico scopo all’asilo è colorare e giocare alle costruzioni!

E quanto mi rende felice, invece, vedere i bambini della Casa dei Bambini, parlare tra di loro di “ovoide” e di “sfera”!

Ritornando all’argomento dell’articolo, la differenza sostanziale tra gioco e lavoro è quindi lo scopo!

Il “lavoro” Montessori (non si fa riferimento ad un’area precisa, ma a tutte le aree di sviluppo!) ha uno scopo (diretto ed indiretto). Il gioco, invece, no!

Scrive M.M. ne “Il Segreto dell’infanzia”:

“Allora capii che il giuoco era forse qualche cosa di inferiore per la vita del bambino e che egli vi ricorreva in mancanza di meglio, ma v’era qualcosa di più elevato che nell’animo del bambino prevaleva senza dubbio su tutte le cose futili. Così si potrebbe pensare di noi: giocare a scacchi o a bridge è una cosa piacevole nei momenti di ozio, ma non lo sarebbe più se dovessimo essere obbligati a non fare altro nella vita. Quando si ha un’occupazione elevata e urgente, si dimentica il bridge, e il bambino ha sempre cose alte innanzi a sé, e urgenti”.

Trovo le parole di M. Montessori sempre molto attuali. Anche perché, ci tengo sempre a ricordarlo, prima di arrivare ad una decisione/idea Montessori ha osservato e sperimentato i materiali, quindi anche l’utilizzo dei giochi.

Il bambino nutre disinteresse per il gioco perché considera più interessanti le cose reali: tagliare, incollare, avvitare, cucire, travasare, apparecchiare, spazzare, spolverare…

Mi chiedo allora:

Egli cresce di continuo, ogni secondo che passa, perché non dargli la possibilità di crescere con “lavori” intelligenti, stimolanti, preparati per lui?

Secondo M. Montessori: “L’uomo si costruisce lavorando” ed è con la mano “organo di strumento dell’intelligenza” che egli crea la sua personalità. Il bambino, quindi, “costruttore dell’uomo” cresce con il lavoro, con l’esperienza, muovendosi e si perfeziona con l’esercizio.

Qual’è la tua idea? Sei d’accordo o in disaccordo? Credi nel “lavoro” del bambino?

Dillo nei commenti! 🙂

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Fonte immagine: https://tuttomontessori.com/

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