La Maestra
“Il primo passo per risolvere integralmente il problema dell’educazione, non deve essere dunque fatto verso il bambino, ma verso l’adulto educatore: occorre chiarire la sua coscienza, spogliarlo di molti preconcetti: infine cambiare i suoi atteggiamenti morali.”
Maria Montessori, nei suoi scritti, ci parla di “educazione nuova” in quanto il centro dell’educazione, nel suo metodo educativo, si sposta dall’adulto al bambino. Il compito della maestra è quello di osservare e preparare l’ambiente. La maestra deve quindi rinunciare alla sua onnipotenza, NON deve trasmettere il sapere ma destare un profondo interesse nel bambino, senza intralciare lo sviluppo spontaneo.
La maestra Montessori, prepara sé stessa. Ella dovrà essere:
● “Passiva”, dovrà annullarsi, reprimendo sé stessa e intervenendo solo se necessario.
● Curata nell’aspetto.
● Garbata nel comportamento.
● Osservatrice, così da comprendere il bambino ed i suoi bisogni.
● “Guardiana” e “custode” dell’ambiente, mantenendolo pulito, bello ed ordinato.
● Deve utilizzare un linguaggio corretto e “misurato”.
● Avere fiducia nelle potenzialità del bambino ed “immaginare” un bambino che non esiste ancora, ma che si rivelerà proprio attraverso il suo lavoro.
● Paziente e umile.
● Deve astenersi dal giudizio e richiamare all’ordine (se necessario).
● Deve evitare punizioni, premi e castighi, così anche le lodi e qualsiasi tipo di interferenza inutile (il rischio è quello di rendere il bambino dipendente dalla maestra stessa).
● Deve nutrire amore per il bambino (accogliendo la sua gioia, soddisfazione, per un lavoro).
La maestra “nuova”, non solo prepara sé stessa ma deve anche conoscere l’ambiente ed i materiali presenti, come utilizzarli e come proporli. Questo non è affatto semplice e richiede tanta osservazione, nonché preparazione e pazienza da parte della maestra stessa.
È trasformandosi che la maestra diventa passiva.
“Invece della parola, deve imparare il silenzio; invece di insegnare deve osservare; invece della dignità orgogliosa di chi voleva apparire infallibile, ella assume una veste di umiltà.”
Ecco la “maestra nuova”:
“trasformata e trasformante, educata ed educante, una maestra che non si propone ma si pone.”
Al maestro viene chiesta quindi una preparazione morale e interiore attraverso lo studio di sé stesso, in modo da poter comprendere i propri difetti, errori e cattive tendenze e da poterli sopprimere. Atteggiamenti quali orgoglio e ira sono da eliminare. I bambini sono incapaci di difendersi, quindi accettano tutto ciò che gli viene detto e fatto, sentendosi anche colpevoli per i loro comportamenti. Questo loro non lo comprendono, per cui reagiscono in altri modi, ciò che l’adulto comunemente chiama: “capriccio”.
“I capricci sono espressioni di una perturbazione interna, di un bisogno insoddisfatto che crea uno stato di tensione e rappresentano un tentativo dell’anima di chiedere, di difendersi”.
Queste reazioni infantili non sono le uniche che si presentano: bugie, timidezza e pianti rappresentano un inconscio stato di difesa ai comportamenti dell’adulto (incompresi dal bambino). Ciò che il metodo presuppone quindi è l’auto-esame e l’auto-preparazione.
