Segni invisibili: l’Impatto delle parole sui bambini
Tutti noi, ripensando alla nostra infanzia, possiamo ricordare un momento in cui ci siamo sentiti feriti da un adulto: un insegnante, un genitore, un educatore…
Una frase di troppo, un rimprovero ingiusto, un tono di voce troppo alto. Piccoli episodi che, nel tempo, possono lasciare tracce profonde.
Quel ricordo, a distanza di anni, può emergere sotto forma di indifferenza o di rabbia, ma rimane inciso nella memoria perché, nel nostro “noi bambino”, ha segnato qualcosa. Il respiro che si fa più corto, il battito del cuore che accelera, le mani che tremano. Sensazioni fisiche che raccontano un cambiamento interiore, una ferita emotiva che fatica a rimarginarsi.
Ricordo ancora la “me bambina” che, con il cuore in gola, cercava di recitare una poesia a memoria. Il vuoto, l’imbarazzo, lo sguardo severo dell’insegnante e poi il rimprovero. Quel giorno qualcosa dentro di me si è spezzato. L’insicurezza ha iniziato a insinuarsi nei miei pensieri, rendendo più difficili lo studio, i compiti, la scuola…
Il peso di quell’esperienza si è trascinato negli anni, creando blocchi e fragilità che ho dovuto affrontare con tanto impegno e forza di volontà. Alcuni li ho superati, altri ancora fanno parte di me.
Oggi, fortunatamente, molti insegnanti sono più attenti alle parole che usano. Sanno quanto sia importante dosare i toni, rispettare i tempi di ogni bambino, costruire un ambiente di apprendimento sereno e inclusivo. Eppure, nonostante la buona volontà, può capitare che un bambino si senta comunque ferito. Perché le parole non sono solo suoni: portano con sé significati, emozioni, pesi che possono essere percepiti in modo diverso da chi le riceve.
Ecco perché osservare è fondamentale. Un adulto attento sa cogliere quei piccoli segnali che raccontano un disagio: uno sguardo abbassato, un’esitazione, un silenzio improvviso. Stimolare il dialogo, creare un clima di fiducia e apertura permette di affrontare insieme quei momenti in cui una parola può diventare un macigno. Perché crescere non significa “non cadere mai”, ma sapere che c’è qualcuno pronto a tenderti una mano per aiutarti a rialzarti.
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