Il “gioco Euristico”: un gioco che risponde ai bisogni del bambino da 13 a 24 mesi
Il gioco euristico, come il “cestino dei tesori” di cui vi parlavo tempo fa, fu ideato da Elinor Goldschmied, in collaborazione con diverse operatrici di nidi di diverse parti del mondo (Inghilterra, Scozia, Italia e Spagna). Così come il “cestino dei tesori” anche “il gioco euristico” non è presente nell’ambiente, ma viene proposto dall’adulto.
- Il nome deriva….
Il nome “euristico” deriva dal greco “eurisko” che vuol dire “riuscire a scoprire”, “raggiungere la comprensione di”.
- Se non è Montessoriano, perché utilizzarlo nei nidi a Metodo Montessori?
Il gioco Euristico viene utilizzato in molti nidi a Metodo Montessori perché risponde ai bisogni del bambino (da 13 a 24 mesi), periodo in cui il bambino non solo raggiunge una certa autonomia, ma inizia a voler essere indipendente. Il bambino di quest’età è ormai sicuro nel camminare, vuole “agire” da sé, in piena autonomia, è curioso e vivace, per cui vuole “scoprire” l’ambiente che lo circonda da solo, senza l’aiuto e/o il supporto dei “grandi”. Se con il “cestino dei tesori” l’intento del bambino era “esplorare” gli oggetti, con il “gioco euristico” egli vuole utilizzare quello oggetto per uno scopo.
“Se prendo questo nastro e lo metto sul cuscino cosa succede?”.
- Lo scopo diretto…
Lo scopo del Gioco Euristico è quello di stimolare i sensi, promuovendo l’esplorazione sensoriale e permettendo al bambino di “sperimentare” diversi oggetti, pur non avendo un collegamento logico. Il bambino impegna quindi la propria immaginazione per trovare un senso tra due oggetti che, in realtà, non ne hanno.
- Lo scopo indiretto…
Così facendo, indirettamente, il bambino svilupperà l’intelligenza, la concentrazione, la manualità, l’autonomia, stimolando l’immaginazione e l’attenzione.
- I materiali: come organizzare il “gioco euristico”?
Innanzitutto, ci servirà uno spazio o un angolo della casa dove creare il gioco euristico. Questo deve essere delimitato, SENZA GIOCHI O ALTRO, possibilmente con un tappeto, in modo da garantire al bambino piena libertà di movimento. Scelto lo spazio, vediamo insieme il materiale necessario:
-Circa 10 ganci dove appendere le sacche (se abbiamo spazio e pazienza, si può arrivare a creare anche 15 sacche);
-Sacchetti richiudibili con un laccio (ogni sacchetto va contrassegnato con l’oggetto che contiene. Ad esempio, nel caso dei nastrini, allacceremo un nastrino all’esterno del sacchetto);
– Diversi oggetti (anelli di legno per tende, tappi di sughero, pigne, nastri…).
N.B. Gli oggetti devono essere diversi tra di loro, ma combinabili. Quindi dovranno essere di diversa grandezza, materiale, peso (scrivimi per avere la lista completa degli oggetti da fare o comprare).
-3 scatole per ogni bambino che deve partecipare al gioco (queste saranno utili a contenere e trasportare gli oggetti).
- Svolgimento:
Come già detto, il “gioco euristico” non è a portata del bambino, ma viene proposto dall’adulto (proprio come “il cestino dei tesori”) in un momento della giornata che l’adulto stesso stabilisce.
N.B. Nel caso in cui si proponga il “gioco euristico” a scuola, non bisognerà superare gli 8 bambini.
Ogni bambino viene invitato in un punto del tappeto, in cui precedentemente l’adulto avrà posizionato un contenitore pieno di diversi oggetti presi da 3 o 5 sacchetti. (Se il bambino conosce il gioco, l’adulto potrà decidere di preparare le postazioni con i bambini presenti, purché rispettino la regola di “pazientare” prima di iniziare il gioco).
A questo punto i bambini inizieranno a creare dei mucchietti, oppure inizierà l’adulto, dopodiché questi si allontanerà dal tappeto, augurando il “buon gioco!” ed intervenendo solo in caso di necessità (ad esempio, se un compagno disturba l’altro, in situazioni di pericolo, ecc..).
L’adulto si siede in un angolo della stanza. Nel caso in cui il bambino voglia condividere la propria “scoperta”, l’adulto si deve limitare a nominare l’oggetto, ad esempio “nastro”.
Il bambino viene lasciato completamente libero di esplorare gli oggetti e muoversi sul tappeto, senza forzature, ma nel pieno rispetto della sua scelta di agire o non. Il gioco durerà circa 20-30 minuti, l’adulto tiene i sacchetti aperti vicino la sedia, quando crede che il gioco sia giunto alla conclusione, inviterà i bambini a mettere in ordine (considerando circa 15 minuti per il riordino) e metterà da parte i contenitori (questi andrebbero posizionati su una mensola, sopra i ganci appesi).
L’adulto, a questo punto, si pone in ginocchio in un angolo del tappeto, prende il sacchetto contrassegnato, fa vedere l’oggetto e lo nomina, chiedendo al bambino “Nastro”. “Mi porti nastro?”. Nel caso in cui il bambino si recasse dall’adulto con un oggetto diverso, rispetto al sacchetto, l’adulto nominerà l’oggetto, ponendolo in un angolo del tappeto.
ATTENZIONE:
- Se un bambino è ancora concentrato nel gioco, non si forza a mettere a posto, ma si inizia a farlo con gli altri bambini.
- Se il bambino è piccolo, si mostra il riordino, invitandolo più volte ad aiutare.
Secondo E. Goldschmied:
“Il gioco euristico è un approccio non una ricetta. Non esiste un unico modo per attuarlo e ognuno, in ambienti diversi, avrà le sue idee personali e farà la propria raccolta di materiali.”
Quindi, l’adulto, una volta mostrato il riordino dovrà poi rimanere seduto, osservando il bambino riordinare. Questo per far capire che il “riordino” fa parte del gioco, per permettere al bambino di classificare e dividere gli oggetti in maniera autonoma, stimolandone ed ampliandone lo sviluppo del linguaggio e conducendolo (indirettamente) al concetto matematico di “insieme”.
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